24.06.25
Resoconti di Gare nel Mondo: Esperienze Dirette dai Runner

Ogni maratona ha la sua anima. Ogni città regala emozioni uniche. Ma sono le storie dei runner a trasformare una gara in un'esperienza indimenticabile. Ecco i racconti di chi ha vissuto il sogno di correre nelle più belle città del mondo.
New York: "Ho pianto al Central Park"
Marco, 45 anni, Milano
Era il mio sogno da quando avevo iniziato a correre. La Maratona di New York. Quando sono arrivato all'aeroporto JFK, il cuore batteva già forte, e non per la corsa!
Il giorno della gara, alle 6:30 del mattino, Staten Island era già un formicaio di runner di ogni nazionalità. C'era chi pregava, chi si scaldava, chi mangiava la sua colazione portafortuna. Io? Tremavo come una foglia, nonostante la felpa termica.
Poi il colpo di pistola dello start. Il Verrazzano Bridge. E quella sensazione di essere parte di qualcosa di immenso. Brooklyn mi ha accolto con un'energia pazzesca - bambini che ti davano il cinque, band che suonavano, gente che urlava il tuo nome scritto sulla maglia. A Manhattan, la First Avenue sembrava non finire mai, ma la folla ti spingeva, letteralmente.
Ma il momento che porterò sempre con me? L'ingresso a Central Park. Non so se fossero le gambe stanche, l'emozione o entrambe, ma ho pianto. Pianto di gioia pura. Quando ho tagliato il traguardo, sapevo di aver vissuto qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita.
La cosa più bella? Non aver dovuto pensare a nulla se non a correre. Hotel a due passi dal finish, trasferimenti organizzati, persino il recupero del pettorale fatto insieme al gruppo in bus alla fine di un bellissimo tour in lingua italiana. Pura magia.
Valencia: "Il mio personal best sotto il sole spagnolo"
Giulia, 32 anni, Roma
Valencia non è solo la maratona tra le più più veloci d'Europa, è un'esperienza che ti entra nel cuore. Dicembre, 18 gradi, percorso piatto come un biliardo. Le condizioni perfette per il mio obiettivo: scendere sotto le 5 ore.
La città si sveglia presto il giorno della gara. Dalla terrazza dell'hotel vedevo già i primi runner dirigersi verso la partenza. La colazione in gruppo anticipata è stata fantastica - confrontarsi con altri italiani, condividere paure e speranze, sentirsi parte di una famiglia.
Il percorso è un sogno. Parti dalla Ciutat de les Arts i les Ciències - sembra di correre nel futuro - attraversi il centro storico, costeggi i Giardini del Turia. Arance offerte, bambini che corrono al tuo fianco per qualche metro.
Ricordo la paella pos-gara con il gruppo, le risate, i racconti. E quella sensazione di leggerezza nel non doversi preoccupare di prenotazioni, trasporti, niente. Solo correre e godersi ogni momento.
Berlino: "Dove la storia incontra la corsa"
Roberto, 58 anni, Napoli
Berlino non è una maratona, è un viaggio nel tempo. Correre dove un tempo c'era il Muro, attraversare la Porta di Brandeburgo... brividi anche solo a scriverlo.
Era la mia decima maratona, ma l'emozione era quella della prima volta. Il percorso è velocissimo, dicono tutti, ma io non cercavo il tempo. Cercavo l'esperienza. E che esperienza!
Un milione di spettatori. UN MILIONE. Non c'è un metro senza qualcuno che ti incoraggia. I tedeschi, che nell'immaginario sono freddi, ti sorprendono con un calore incredibile. Al km 35, quando le gambe imploravano pietà, un signore anziano mi ha guardato negli occhi e mi ha detto "Du schaffst das!" - Ce la puoi fare! E ce l'ho fatta.
Il momento più emozionante? L'ultimo chilometro sulla Unter den Linden, con la Porta di Brandeburgo che si avvicina. La storia che ti avvolge. Le gambe che non senti più. Il cuore che esplode di gioia.
Il bello di viaggiare in gruppo è stato anche il post-gara: visita della città con gli altri runner, birra tedesca per festeggiare (con moderazione!), e quella sensazione di aver condiviso qualcosa di speciale con persone che fino a pochi giorni prima erano sconosciuti.
Atene: "Sulle orme di Filippide"
Elena, 40 anni, Torino
Atene è mito. È storia. È la maratona originale. Quando mi sono iscritta, le amiche runner mi hanno detto: "Ma sei matta? È durissima!" E avevano ragione. Ma che importa quando corri sulle orme di Filippide?
La partenza da Maratona, alle 9 del mattino, con il sole greco già caldo. I primi 10 km in leggera discesa ti illudono. Poi inizia la salita. Quella vera. Dal km 10 al km 31, è un crescendo di fatica e di domande esistenziali: "Chi me l'ha fatto fare?"
Ma poi... poi arrivi in cima e vedi Atene distendersi davanti a te. E capisci. Capisci perché sei lì. La discesa verso lo Stadio Panathinaiko è pura adrenalina. Le gambe vanno da sole. Il pubblico greco ti adotta, ti spinge, ti porta.
L'ingresso nello stadio di marmo, lo stesso delle prime Olimpiadi moderne... pelle d'oca. Ho corso l'ultimo giro di pista con le lacrime agli occhi. Non per la fatica. Per l'emozione di essere parte della Storia.
La cena post-gara in una taverna tradizionale è stata la ciliegina sulla torta. Moussaka, tzatziki, e tante risate. Quando viaggi con chi condivide la tua passione, ogni momento diventa speciale.
Chicago: "Il vento, i grattacieli e l'America che corre"
Alessandro, 28 anni, Bologna
Chicago è stata la mia prima maratona americana e wow, che impatto! I grattacieli che si specchiano nel lago Michigan, l'architettura incredibile, e quella sensazione di essere in un film.
Il jet lag? Gestito perfettamente grazie ai consigli del gruppo e all'organizzazione impeccabile. Tre giorni per ambientarsi, running tour della città per sciogliere le gambe, e via!
La gara è qualcosa di unico. Parti e arrivi nel Grant Park, attraversi 29 quartieri diversi, ognuno con la sua personalità. Chinatown con i dragoni, Little Italy con il profumo di pizza (torture!), il Loop con i grattacieli che ti fanno sentire piccolo piccolo.
Il vento del lago può essere un problema, ma quel giorno era dalla nostra parte. Ho corso con un gruppo di italiani conosciuti durante il viaggio - c'è qualcosa di magico nel soffrire insieme in una città straniera!
Al km 40, quando pensavo di non farcela più, è partita "Sweet Home Chicago" da degli altoparlanti. Un'iniezione di energia pura. Gli ultimi due chilometri sono volati.
Il post-gara? Deep dish pizza (finalmente!), giro in battello sul Chicago River per vedere l'architettura, e quella sensazione di aver vissuto l'America vera, quella che corre, suda e non si arrende mai.
Ogni maratona racconta una storia diversa. Ogni città regala emozioni uniche. Ma c'è un filo conduttore in tutti questi racconti: la gioia di vivere l'esperienza al 100%, senza preoccupazioni organizzative, con la sicurezza di avere tutto sotto controllo grazie a Travel Marathon.
Sarà la tua la prossima storia da raccontare? Scopri il calendario delle gare.